La Commissione Europea ammonisce Romania e Repubblica Ceca sulle regole di sicurezza alimentare
La Commissione Europea che supervisiona le norme sulla Food Safety ha notificato al governo romeno e al governo Ceco il mancato rispetto delle leggi sulla sicurezza alimentare.
Quali sono le motivazioni che hanno spinto la Commissione Europea ad intervenire?
Il governo Romeno recentemente ha emanato una bozza di leggi che riguardano sia le norme igieniche da rispettare in ambito alimentare che le modalità di trattamento dei prodotti di origine animale. L’ammonimento Europeo è scattato in virtù del fatto che non solo questa bozza di leggi non è stata sottoposta alla revisione degli organi di controllo europei, ma non tiene nemmeno conto del regolamento sulla legislazione alimentare generale 178/2002 e dei regolamenti UE numero 852/2004 e 853/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari e delle eventuali condizioni di esclusione dal regolamento UE previste da queste normative.
Questa situazione ci permette di capire meglio perché e come si attivano le procedure di infrazione della Commissione Europea.
Qualsiasi Stato membro dell’Unione Europea prima di pubblicare nuove norme nazionali in campo alimentare deve, in fase di progetto, informare e sottoporre il tutto alla Commissione Europea, la quale deve valutare la compatibilità con il diritto dell’UE, ed eventualmente segnalare eventuali incongruenze che dovranno poi essere modificate.
Nel caso in cui uno stato membro non segue questa procedura, quindi non rispetta i propri obblighi ai sensi del diritto dell’UE, come nel caso di quanto accaduto col governo Romeno, la Commissione UE può intraprendere un’azione contro lo Stato membro.
La procedura di infrazione inizia con una richiesta di informazioni al paese interessato.
Se la Commissione non è soddisfatta delle informazioni, può inviare una richiesta formale di conformità al diritto dell’UE invitando lo Stato membro a informare la Commissione delle misure adottate per riallinearsi con le norme Europee.
Se un paese non garantisce la conformità al diritto dell’UE, in tal caso la Commissione può decidere di deferirlo alla Corte di giustizia europea. In realtà nella maggior parte dei casi di infrazione non si arriva praticamente mai a quest’ultima fase.
Anche nel caso della Repubblica ceca si è verificata una situazione simile. Il governo Ceco ha reso pubbliche delle nuove norme di controllo ufficiali mirate a determinati prodotti alimentari provenienti dagli altri Stati membri ogni volta che tali prodotti entrano nel paese.
L’ammonizione europea è motivata dal fatto che le autorità ceche hanno inserito nella legislazione nazionale la necessità per gli operatori di notificare sistematicamente, con almeno 24 ore di anticipo, l’arrivo di tali prodotti alimentari nel luogo di destinazione. Ma ciò è contrario a quanto stabilito dalle norme dell’UE, le quali stabiliscono che l’obbligo di segnalare l’arrivo di merci da un altro Stato membro non deve essere sistematico, può essere richiesto dalle autorità solo in base (1) al rischio che comporta la movimentazione di queste merci, e (2) e alla reale necessità di organizzare i controlli ufficiali di tali merci.
Già a gennaio e luglio del 2019 la Commissione Europea aveva inviato un’ammonizione alla Repubblica ceca per aver violato parte del regolamento n. 882/2004. Nel dicembre 2019 la legge 882/2004 è stata abrogata e sostituita dal regolamento (UE) 625/2017, ma al di là di questo, la parte violata è stata comunque mantenuta nella nuova legislazione emanata dal governo Ceco. Per questa ripetuta violazione di tali disposizioni, la Commissione ha inviato un’ammonizione supplementare.
Normalmente le norme europee prevedono che uno Stato membro abbia 2 mesi di tempo per rispondere alle procedure di infrazione. A causa della pandemia di coronavirus, entrambi i paesi hanno tre mesi a partire da luglio 2020 per attuare misure per permettano loro di conformarsi alla legislazione europea, prima che la Commissione intraprenda potenzialmente ulteriori azioni.

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